In realtà un po’ difficile da leggere un po’ noioso. Il titolo dice tutto : il resoconto del processo che fa l’autrice è “la lezione della spaventosa, indicibile e inimmaginabile banalità del male. “Ha il grande pregio di farci comprendere che certi criminali che nel nostro immaginario sono sempre stati dei demoni in realtà sono dei poveri uomini “il guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n’erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.” “Eccezion fatta per la sua eccezionale diligenza nel pensare alla propria carriera, egli non aveva motivi per essere crudele, e anche quella diligenza non era, in sé, criminosa;” egli non capì mai cosa stava facendo. Il Male che Eichmann incarna appare alla Arendt "banale", e perciò "tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai di questo secolo non hanno la "grandezza" dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano