Jon Fosse ha vinto quest’anno il premio Nobel per la letteratura. In Italia è uno scrittore praticamente sconosciuto forse perché non facile da affrontare.
Mattino e sera e un romanzo esilissimo che si dipana in un clima sospeso. Non troverete punti nel testo , la narrazione è un flusso continuo , come il mare, non ci sono punti fermi tutto scorre liquido, senza direzione.
Il minimalismo di Fosse è anomalo e screziato, segmentato dalle continue ripetizioni grammaticali e di concetto. «Scrivere per me è più un atto musicale che intellettuale… Intorno ai 12 anni ero immerso nella musica. Nella scrittura cercavo di trovarmi nello stesso stato d’animo di quando suonavo. E il modo per arrivarci era ripetere». In ossequio alla musica, anche la figura stilistica della variazione è centrale nella tessitura. Immagini e impressioni rimbalzano sulla tela del racconto, rimpallate, da un personaggio all’altro, in un gioco di riflessi estenuante, quasi sadico. Aggettivi e sinonimi sono ridotti all’osso. Lo scambio comunicativo è uno stretto sentiero tracciato nella radura del silenzio. I dialoghi sono prosciugati fino al limite del non-dire e alimentati dal fuoco freddo della meraviglia. Ne risulta un distillato di espressioni catatoniche, febbrili, precise
Veniamo alla trama :
Johannes nasce. Stacco. Johannes muore. C’è un salto temporale lungo una vita intera, l’esistenza ordinaria di un pescatore del nord, con moglie e figli, che si intuisce tra le righe, senza essere raccontata.
….piccolo Johannes, vedrà la luce del mondo perché è cresciuto grande sano e bello nell’oscurità e nel calore della pancia di Marta, dal non esistere assolutamente si è trasformato in un essere umano, un bambino, … verrà alla luce in questo mondo freddo dove sarà solo, separato da Marta, separato da tutti gli altri, sarà solo sempre solo e poi, quando verrà il momento, quando sarà la sua ora, si dissolverà e si trasformerà in nulla e ritornerà là da dove viene, dal nulla e al nulla, questo è il corso della vita, ….sì, pensa Olai e poi c’è ancora molto di più, pensa, perché anche se si può pensarla così, dal nulla e al nulla, in realtà non è neppure questo, è molto di più, ma che cos’è allora tutto il resto? il cielo blu, gli alberi a cui spuntano le foglie?
L’attenzione si focalizza sui sentimenti di quest’uomo nel momento in cui viene al mondo – i pensieri disarticolati di chi ancora non sa nominare ciò che sente: “ e poi l’urlo chiaro e nitido è chiaro e nitido come una stella e poi come un appellativo un significato un vento questo respiro un respiro tranquillo e poi calma calma movimenti tranquilli e il panno morbido e il biancore non così vecchio” .
Si può dire che parla di questo, Mattino e sera. dello stupore , all’inizio come alla fine della vita. La metafisica è assente, Fosse non ha intenzione di raccontare più di quello che ciascuno di noi già sa. Si limita a registrare i pensieri, nel modo più fedele possibile; ed è abbastanza impressionate il grado di identificazione che riusciamo a trovare con i percorsi della mente più quotidiani e inconsci di Johannes.
E’ una scrittura introspettiva che si ferma a raccontare ogni passaggio da una sensazione all’altra, i salti rapsodici che il cervello compie tra i vari imput ricevuti, l’oscillazione senza controllo tra i ricordi e il presente.
In Mattino e sera non vi è uno stacco netto tra le varie dimensioni dell’essere, naturali e sovrannaturali, fisiche e spirituali, bensì provvisoria compenetrazione
L'aspetto più bello del romanzo è il modo in cui Fosse mette in scena la morte. Il presente di Johannes, negli attimi in cui sta lasciando la vita terrena, diventa onnipresenza di tutti i momenti del passato. Il tempo si scompone – è possibile incontrare una ragazza che anni prima ha ignorato la nostra lettera d’amore, è possibile rivedere una moglie morta, i figli da bambini, sé stessi nelle varie sfumature assunte. Tutto questo, stavolta, in modo assolutamente ben strutturato, leggibile. Il romanzo racconta meravigliosamente il flusso immaginario e scomposto dei tempi della vita quando li pensiamo.
Mattino e sera (Jon Fosse)
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- Scritto da Angelo
- Categoria: LETTERATURA
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