Libro molto bello anche se si intuisce subito come si svilupperà la vicenda, tuttavia l’autore riesce, pagine dopo pagina, a catturare l’attenzione del lettore , a coinvolgerlo.
Credo che Indignazione e Nemesi, come titoli, come parole, abbiano molto a che fare con l´atteggiamento di Roth in queste sue ultime opere, rabbioso, incisivo, l´indignazione sembra quella verso le leve insondabili della giustizia su questa terra, la nemesi quella del destino che si riconquista - senza particolari motivazioni - fette cospicue dell´eroismo e della gioia di vivere dei protagonisti di questi due romanzi.
Roth costruisce un personaggio imbevuto fino al midollo di rettitudine morale, un guerriero che ha bisogno di un nemico da combattere. E se non possono essere i giapponesi sarà la polio, e poi Dio e infine se stesso, quando non troverà più nessun altra forza verso cui dirigere la propria superbia.
Il protagonista appare ai nostri occhi come un eroe invincibile, puro di cuore, che tutti amano, generoso fino all’annullamento personale.
Il pensiero del "come sarebbe stato se" accompagnerà l'intera esistenza del protagonista. Se sua madre fosse sopravvissuta al parto, se suo padre non fosse stato un ladro, se il difetto alla vista non gli avesse impedito di arruolarsi, se lui fosse stato più attento...
Arnie che compare verso la fine è il personaggio positivo. Arnie che si è trovato una dimensione e una felicità, nonostante la polio, il dolore, il lutto. Eroe, lui, eroe davvero. Lui che non ha nessun bisogno di sfidare dio perché ne ha compreso l’inesistenza.
E Mr Cantor sbiadisce sul fondo, con suo titanismo, il suo delirio, la sua finta hybris.
E nelle ultime pagine Roth restituisce a Mr. Cantor un attimo di bellezza perduta, come un dio buono che torna sui propri passi.